Esistono sempre dei perché quando si parla di cibo. Mangiare non è solo riempirsi la pancia, ma scaramanzia, riti, cultura, gesti. E proprio dietro ad ogni gesto che si nascondono grandi e piccole storie o leggende, o scaramanzie.

Devo confessarvi una cosa, prima del 2006 io non mangiavo i formaggi, per quelle stupide prese di posizione che si hanno da bambini, quelle repulsioni che poi diventano fobie inutili da grandi. Addirittura ero infastidito quando arrivano sulla tavola. Poi venne il giorno! Tavola imbandita, coinquilini napoletani e altri del sud, mentre studiavo al Master in comunicazione. Sulla tavola, in ogni piatto, una mozzarella di bufala, di quelle arrivata nella scatola di polistirolo, protette come i gioielli della regina. Fresca, nella sua acqua. A tavola c’era il silenzio. Io mi trovavo di fronte a questo mozzarellone senza fine e stavo per esclamare come un bimbo minchia: raga ma io odio i formaggi. In quel silenzio non riuscivo a dire nulla, era la prima mozzarella che entrava illegalmente in territorio padano, era arrivata da Caserta insieme al coniglio Gennarino che Beppe, il mio coinquilino avrebbe cucinato la domenica dopo per ore, e altri prodotti tipici tra i quali il famoso babà, inzuppato da ritiro patente. Ad un tratto stavo per parlare e la mia coinquilina mi zittisce con gli occhi, tutti fanno il segno della croce! E iniziano a mangiare la mozzarella. C’era qualcosa di sacro nell’aria, il rito del cibo, del convivio, del condividere e allora mi faccio forza e mi infilo in bocca un pezzo di mozzarella (io fino ad allora l’avevo mangiata solo nella pizza) e mi esplode in bocca la poesia, la tradizione. E quel bimbo viziato che già cucinava muore e incomincio ad esplorare il mondo dei formaggi, senza timore ed ad inserirli nella mia cucina. Era una fobia, una paura, un momento buio, e il cibo è così, è quel momento intorno al in cui, dopo una giornata di raccolta, di caccia, di stenti, i nostri avi trovano pace e quella sensazione di magia e di casa. E tutti i cibi e i gesti sono avvolta da un po’ di magia. E voi vi state chiedendo perché si usano le bacchette cinesi?

 

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