E’ oramai ramen mania in Italia, ho peregrinato fra i vari ramen di Milano ma devo dire che il migliore è sempre quello di Luca a Casa Ramen. Ricco, zeppo d’umami, con la pasta perfettamente cotta e fatta a mano. Non vedo l’ora di andare in Giappone per ampliare la mia cultura sul Ramen.
Voi se non l’avete ancora provato sperimentatelo subito ma occhio le caratteristiche per un buon ramen sono sempre le stesse.
Il brodo deve essere fatto in casa, con maiale, ossa del maiale e a volte miso.
La pasta se fatta in casa meglio, anche se raro.
Il ramen va succhiato e il brodo bevuto, facendo rumore e portando direttamente la tazza alla bocca. Quindi se cercate di fare gli educati otterrete l’effetto contrario.
Ultima cosina, andate su Netflix e cercate Chef Table 3 e cercate l’episodio di Ivan Orkin, un ebreo americano che si è trasferito in Giappone ed è diventato uno dei migliori chef di ramen del paese.
Ecco a voi la mia versione del ramen, un po’ italianizzata ma da provare, soprattutto se non avete una Ramen house nella vostra città.
Preparazione.
Tostare in pentola con un filo d’olio pomodorini, cipollotto, aglio in camicia, un pezzo di zenzero e poi versare dell’acqua calda.
Dopo dieci minuti aggiungere un cucchiaio di triplo concentrato di pomodoro.
Lasciare cuocere.
E regolare di acqua.
Spadellare dei pomodorini con un filo d’olio.
Fiammeggiare con la vodka.
Rosolare il salmone e aggiungere un po’ di panna fresca.
Lessare dei tagliolini freschi all’uovo.
Mantecarli nel sugo al salmone.
Filtrare il brodo.
Disporre il brodo in una tazza.
Fare un nido di pasta al centro del piatto.
Aggiungere pomodorini, cipollotto fresco, un goccio di panna fresca e il salmone rosolato.