Io a pallone ero una bella sega.
Ero il “portiere cicciotto della Polisportiva Azzurra di Lurate C punto“, una gioia per gli avversari, un incubo per i miei compagni. E c’era una volta che presi 18 goal.
Pioveva, c’era fango ovunque e io non volevo proprio buttarmi, e anche se l’avessi fatto il risultato non sarebbe cambiato di una virgola.
Poi ho iniziato a fare altro con le mani: dipingere, scrivere, cucinare e a usarle per qualcosa di più affine a me e non per quello che volevano loro.
La mia testa era troppo fra le nuvole e troppo poco sulla palla. E il mio corpo non mi seguiva, tutto qui. E io, quando gli altri correvano mi nascondeva fra i pini ad aspettare e andavo a casa sporco di resina.
Non mi sono mai pentito di questo.
Anzi oggi sono felicissimo e faccio addirittura sport 6 volte alla settimana, grazie a chi mi ha trasmesso questa nuova passione.
Ma c’è sempre stata una cosa che avrei voluto fare, scambiare la maglia dopo una partita incredibile.
Questo post è dedicato a tutti quelli che hanno doni diversi
e quelli che credono sempre nel proprio di talento, qualunque esso sia.
Senza giudicarlo.
Quindi non importa cosa sapete fare o non sapete fare,
siete tutti magici e talentuosi.
Pallone o non.
Cucina o non.
E ricordate sempre che nella vita non bisogna mai aver paura di sbagliare
altrimenti Chissenefood!
Stasera ore 21.30, Football’s Kitchen.
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