La cena dei

Mio padre si arrabbia quando salto un casello per andarli a trovare perché non ero attento al navigatore, si arrabbia perché non si capacita che io non sappia alzare la testa e guardare un cartello, memorizzarlo.

E poi si sente spesso, ah ti ho visto su instagram, ho seguito tutto, quindi i tuoi diventano virtuali e inpixelati, impaginati nelle app di Mark.

I soldini diventano bit, la musica che vuoi tu ti viene scelta da spoty e se nomini “voglio un mantello da moschettiere rosa con sopra una rana” amazon ti suona il campanello e te lo vende a 29,99 perché per 30 sarebbe caro.

Sapete cosa mi piace dei tavoli? E perché adoro il convivio?

Che la magia delle forchette e dei calici che s’incrociano conditi da una conversazione interessante hanno il potere di distruggere per un attimo le nostre fragili certezze social e portarci di nuovo nel qui e nell’ora.

E allora capti i sorrisi, seduci con la parola, apprendi, comprendi, e se hai la fortuna di avere al tavolo persone interessanti non vedi l’ora di sapere e confrontare e il diventa solo un media interattivo e un pretesto.

E io ci vivo facendovi vedere attraverso gli schermi ricette e luoghi e fidatevi, non sputo sul piatto dove mangio, ma vi voglio ricordare di imporvi di tenerlo in tasca qualche volta il vostro smartphone e concentrarvi sull’arte del convivio, sull’arte dell’eloquio, sull’arte dello stare insieme, sull’arte del mangiare insieme, nella stessa tavola.

Che bello il vociare e lo sforchettio di persone, la Fede che non vede l’ora di portarmi in curva, il Massimo che la pensa come me e mi promette un giro fantastico, la ragazza con il noccioleto che verrà, il babbo che conosce il Cob, il Gianca che non riesce a fare un metro senza essere fermato da un abbraccio, la ragazzina impertinente che chiama la Gaia che è cento posti più in là, il Luca Farina che tifa per me,  il Luca che mi ha scritto un’articolo su Vanity che vuole sapere tutto di me e della bella e ci invita a mangiar i tortellini.

Ecco cosa vi state perdendo se state troppo davanti al coso di vetro, quindi leggete me ovviamente e poi ritornate veri.

E coltivate l’arte del convivio e abbiate sempre qualcosa da dire!

Grazie 1000 alla bella Parma. 

 

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