Arrivateci preparati, possibilmente levatevi le scarpe e camminate in punta di piedi. Arrivateci con le cuffie nelle orecchie e non parlate con nessuno, non ci andate con nessuno e non sorridete a nessuno, nemmeno a quella dei biglietti. Possibilmente andateci in una giornata di pioggia, quando siete depressi.

Andateci senza fiducia, senza aspettarvi nulla di buono. E cercate di non chiamarli scarabocchi, io non bestemmio il vostro Dio, voi non bestemmiate il mio. Andateci perché in questo essere ispirato, nulla più che un genio, quelli che dovrebbero riempire le pagine dei giornali o i programmi tv, c’è la descrizione più profonda di una stella che diventa buco nero. Lui ci si puliva i pennelli con il vostro tanto amato DIO denaro. Lui era estraneo e alieno e come lui non capiva voi, voi non capirete lui. Quindi silenzio e ascoltate. Non si tratta di rinascimento, non si tratta di figura, ma è il ritratto disincantato e innocente del suicidio di un genio dell’arte. E’ grazie a lui che esistono muri e scritte ovunque di mezzi dementi che emulano suonando quello che lui suonò per primo.

Ho pianto per amore. Ho pianto per rabbia. Ho pianto davanti alla morte.

Davanti all’ ho pianto due volte. Di fronte alla Vergine delle Rocce, non quella del Louvre, quella che tirano fuori ogni tanto, quando cazzo gli pare, allo National Gallery. Davanti alla bellezza infinita di quel Cristo Perfetto e di quella Madonna bellissima ho capito che l’ era un mezzo per avvicinarsi al paradiso e alla grande bellezza e piansi, per 20 minuti, fino a quando un mi diede un kleenex facendomi cadere le balle. Davanti ad un enorme, in una grigia e fottuta di pioggia, anni fa a Lugano, ho capito che l’ è un mezzo per avvicinarsi, persi strafatti e in preda ai propri vizi, in un tango coi propri demoni, non solamente al paradiso ma all’inferno. E che questo inferno magari lo viviamo qui, inframmezzato al paradiso in questo semplice corpo, ahimé mortale ma che a volte si spinge verso l’eternità.

Ecco, lui, non solo ci si è spinto verso l’eternità ma ci è finito dentro con la testa e con il culo. Quindi arrivateci preparati. E portate rispetto, tanto quanto ne portate a quel Cristo immerso nella pietà di un Michelangelo che cercava di rendere visibile ai nostri occhi confusi il paradiso. Godetevi l’inferno dell’anima. Finalmente a milano.

http://www.mudec.it/ita/jean-michel-basquiat/

PS: Magari leggetevi questo…

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