Il mio compito.
Il mio compito non è muovere le mani o spostare cose.
Non è condurvi da qualche parte o guidarvi.
Il mio compito non è darvi forza o fiducia.
Il mio compito non è essere nel qui e nell’ora, infatti, mentre voi vi
state godendo il presente, io sono già stato lì e sto già pensando a qualcos’altro.
Il mio compito non è essere gentile sempre ma giusto, onesto.
Il mio compito non riguarda cosa facciamo, cosa guadagniamo,
ciò che dicono di noi.
Il mio compito non è aiutarvi a crescere, a superare i vostri limiti.
Il mio compito non è aiutarvi ad innalzare il vostro talento, il talento era già in voi o chiedervi di alzare sempre l’asticella, in un mondo che salta un metro e va bene così.
Il mio compito non è obbligarvi a parlare, a comunicare.
Il mio compito non è chiedervi di sopportarmi mentre salgo e scendo fra inferno e paradiso.
Il mio compito non è essere solamente il tuo uomo.
Il mio compito non è solo essere tuo amico.
Il mio compito è antico, ha a che fare con la pietra e con uno scalpello davanti ad una pietra bianca bellissima, nello studio di un Canova qualunque.
Il mio compito non era scolpire quella pietra, no! Sarebbe presunzione.
Il mio compito è toccare il meno possibile quel marmo bellissimo e farvi accorgere che quella statua da grande bellezza, quella statua che fa bene agli occhi, che dura e sedimenta al solo sguardo, non è altro che la pietra che lascia andare quello che non serve, alza gli occhi e brilla del proprio talento.
Il mio compito a volte è non fare nulla di plateale, se non osservarvi alla luce e prendere uno scalpello solamente quando serve.
Il mio compito è vedervi gioire e di nascosto godere dei vostri occhi pieni orgoglio, di felicità e di fiducia in voi stessi.
E scusate se ogni tanto invece di scolpire solamente madonne, le faccio volare neanche fossero piloti d’Alitalia!
Grazie per il privilegio.