Io ti ho definito ingiustamente alta cucina da camporella che sembra la solita castronaggine made in #chissenefood ma da un certo senso è vero.
Perché la tua cucina fratello e figlia di una gita all’aria aperta, di barbecue improvvisati, di vestiti che sanno di fumo, di teste appoggiate nell’erba.
Tutto questo si sente in bocca, sulle papille e mi hai ricordato di una volta che scappai nei boschi sopra Como con la mia ragazza che più che tale era una musa, forse meno la mia ragazza e più confusa.
Mi hai fatto tornare in pantaloni corti quando cercavo di accendere il fuoco vicino al fiume e cucinavo in gita su di una losa di pietra che trovai vicino al ruscello: mi hai fatto tornare in mente quando scappavamo in montagna a fumare fra gli alberi ed aspettare l’alba.
Mi hai ricordato il fuoco e la natura e quel pizzico di selvaggio che ci dimentichiamo troppo spesso.
Ma soprattutto mi hai insegnato che prima viene la tecnica e poi si cucina e solo grazie ad essa che ci si può permettere di non essere banali e raccontare in cucina qualcosa, anche di intimo.
Presto vedrete tutto questo anche voi nei video
#fusionditesta su Fb e IG, intanto io vi consiglio di fare un salto dal mio amico Federico Beretta che intanto sogna ad occhi aperti la stella e ci ricorda di prendere un respiro e di andare a farci l’amore sotto le stelle. Forse più avanti però che ora si gela!
Grazie Elisa e grazie Fede e grazie Andrea.
Grazie a Como – mia città d’origine – che per una volta non copi ma sei più avanti di tutti.
E tu amico/a mia scopri quello che ho mangiato al Feel Como nel blog
e raccontami una tua giornata
di cibo immerso nella natura.
Le storie sono belle solo se le racconti, altrimenti rimangono solo ricordi.
A voi i piatti assaggiati.
Spugna la levistico o sedano dei prati, con maionese alla carpa, olio di timo, bottarga di lago.
Carbonara di lago, con crema di uovo nero, alborella essicata e missoltino con tagliolino al carbone vegetale per intensificare le note wild, il nero e il sapore affumicato.
Un piccione devastante con gel di betulla, acqua di funghi, terra di pane al tartufo.
Piccola pasticceria e pluto che riposa al caldo che fuori si gela, non toccategli la stufa, potrebbe ringhiare.